Il vento fresco e il mare mosso ieri hanno spinto verso il largo gran parte della mucillagine comparsa in superficie dalla punta Campanella alle spiagge dell’area flegrea. Una boccata di ossigeno provvidenziale per il golfo agonizzante. I temporali del pomeriggio hanno contribuito ad allentare la morsa dell’emergenza, dopo quindici giorni di caldo torrido e di stagnazione. Si tratterà soltanto di una tregua, però. «Con il ritorno del caldo e del surriscaldamento di agosto, la situazione potrebbe di nuovo precipitare», ammonisce il professor Enzo Saggiomo, responsabile del settore Ecologia Costiera della Stazione zoologica Anton Dohrn. «I mutamenti del clima possono rimuovere gli effetti del fenomeno, ma non certo incidere sulle cause che hanno provocato, ormai possiamo dirlo, un vero disastro ambientale». Dalle prime analisi effettuate nei laboratori della Stazione Zoologica, emerge la conferma della natura non tossica, ma abnorme, della colossale fioritura algale che nelle ultime settimane ha infierito sugli scenari costieri del versante orientale, in particolare, dai confini con la provincia salernitana ai litorali della costa vesuviana e del porto di Napoli. «Fioriture certamente favorite dal clima africano e dal debolissimo riflusso delle correnti, ma nutrite in maniera allucinante, nonché imprevedibile, dai veri mali che stanno uccidendo il golfo partenopeo: i liquami riversati dai depuratori, vecchi e poco efficienti, i rifiuti anche chimici e industriali scaricati abusivamente dalle comunità locali e dalle navi che transitano sotto costa», è l’amaro commento del professore Saggiomo. Nei prossimi giorni dovrebbero essere completati anche i rilievi effettuati dall’Arpac, l’agenzia regionale delegata alla protezione dell’ambiente. Sfumato l’ottimismo di qualche mese fa, quando gli amministratori della Regione pensarono di aver risolto i problemi di salute nel golfo di Napoli, grazie anche ai lavori di ristrutturazione avviati all’interno del vecchio depuratore di Cuma, che l’anno scorso provocò la paralisi dell’industria turistico-balneare, dalle spiagge casertane ai limiti della costiera sorrentina. Mentre infuriano le polemiche di carattere politico (e i Verdi preannunciano una mobilitazione nelle località turistiche per questa settimana), si cerca di migliorare almeno l’efficienza dei controlli per contrastare gli abusi più vistosi sotto costa. Di particolare interesse sarà il ricorso ai contributi delle apparecchiature satellitari, che hanno realizzato negli ultimi anni risultati di grande interesse. Anche se in dimensioni meno clamorose, il fenomeno della mucillagine continua a incrementarsi anche sul vastissimo fronte salernitano. Dopo le segnalazioni dei giorni scorsi (macchie di schiuma giallastra erano state attraversate da aliscafi e catamarani in transito fra Positano e i porti del Cilento) una denuncia arriva dai pescatori che non riescono a lavorare con le reti di posta. Per un settore già da tempo in ginocchio, un .colpo che potrebbe rivelarsi mortale.
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