iniziativa della procura di torre annunziata
Balneabilità taroccata, 14 avvisi a funzionari e tecnici dell’Arpac
L’indagine avviata dopo le «schiume» del 2009. Le accuse sono di falsità ideologica e omissione di atti di ufficio
Il sospetto che la balneabilità della costiera sorrentina fosse “taroccata” la Procura di Torre Annunziata l’ha avuto, definitivamente, nell’estate 2009 quando schiume e altro abbondavano sulle acque della Campania Felix. Le notizie del Wwf spesso contrastavano coi dati di Goletta Verde e la sostanza era che anche il mare non fosse immune dai veleni che inquinavano le campagne dell’entroterra (e c’era già stato un caso, gli arresti alla D. Service che rigettava fanghi con altri rifiuti speciali nel mare della costiera). Ad oggi, a chiusura delle indagini, sono stati spediti 14 avvisi di garanzia per funzionari e tecnici dell’agenzia dell’ambiente provinciale (Arpac) incaricati di verificare la balneabilità, per questi sono ipotizzate le accuse di concorso in falsità ideologica continuata commessa da pubblico ufficiale e omissione di atti d’ufficio: secondo la pm Magariello (una delle coraggiose tra le molte donne e madri della Procura diretta da Diego Marmo, particolarmente sensibili alle tematiche ambientali e ai problemi che possono derivarne per la salute dei bambini) avrebbero attestato falsamente la balneabilità del tratto di costa compreso tra Torre Annunziata e Massa Lubrense e per le isole del golfo, certificando prelievi mai effettuati ed in seguito suffragati da analisi di laboratorio “inutilizzabili”.
Oppure i prelievi erano effettuati con molti giorni di ritardo dagli eventi inquinanti, ma questi bastavano a dare il via libera alla balneabilità intanto quasi mai interrotta, quando invece, secondo la Procura, la si sarebbe dovuta impedire almeno temporaneamente per tutelare la salute dei bagnanti. I fatti contestati coinvolgono i Comuni di Castellamamre e della penisola sorrentina, Torre Annunziata, Portici e Capri. Al vaglio oltre 160 verbali relativi ad altrettanti prelievi viziati da attestazioni incongruenti per gli orari di entrata e uscita dei battelli usati per la raccolta dei campioni e da tempi di navigazione indicati sballati, cioè non rispondenti a quelli occorrenti per raggiungere le località da esaminare e in alcuni casi, i battelli usati per i prelievi risultavano presenti in più località contemporaneamente. L’indagine istruita prima da Marta Correggio poi da Mariangela Magariello fu avviata da Marmo quando il procuratore capo oplontino volle acquisire una intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno dall’oceanografo Giancarlo Spiezie («In questo momento meglio non farsi il bagno – disse l’esperto in piena emergenza depuratori ¬- I controlli dell’Arpac? Sono incompleti») e dell’autorità in materia dello stesso Spiezie la Procura si è avvalsa, coinvolgendo il Dipartimento di scienze ambientali dell’università Parthenope e la stazione zoologica Anthon Dohrn con Vincenzo Saggiomo, per produrre contro-analisi delle acque in questione.
Il tutto accade mentre i Verdi stanno segnalando nuovi inquinamenti e malori intervistando, per nome e cognome, bagnanti venuti a contatto con le cosiddette “mucillagini” che da Ischia hanno raggiunto onte di Procida: 18 le segnalazioni raccolte per arrossamenti ed infiammazioni cutanee, 5 per malori con vomito, dice il commissario verde Francesco Borrelli .
“Da ieri intanto pure l’ acqua nei pressi del comune di Monte di Procida è diventata marrone sopratutto nella zona del porticciolo di Acquamorta“.
Queste le segnalazioni raccolte in particolare ad Ischia: “Due bambini sulla spiaggia di Citara a Forio dopo essersi tuffati nella melma gialla hanno riscontrato una infezione cutanea e una donna che ha fatto un bagno a Punta Imperatore ingerendo per sbaglio della mucillagine successivamente ha vomitato e avuto per una notte febbre alta e disturbi allo stomaco”. Il notaio Antonio Arturo ha incaricato un sommozzatore di verificare la rottura della condotta che dovrebbe sparare i liquami a largo di Sant’ Angelo. “Attualmente – dice il notaio – i liquami restano nello specchio d’ acqua tra le spiagge di Cava Grado e Sant’Angelo. Ho fatto per sbaglio il bagno in quel tratto ed è disgustoso”. Sono stati fotografati nella cosiddetta mucillagine anche assorbenti e pannolini. “Dopo aver nuotato nella chiazza – denuncia ancora il dottor Gianni D’ Ostuni che assieme ad altri ha segnalato l’ inquinamento delle acque – mi sono sentito male. I bagnini della spiaggia di Citara a Forio tra l’altro stanno sconsigliando in questi giorni di fare il bagno in mare e spesso il cattivo odore della mucillagine è davvero insopportabile. Sarà un fenomeno naturale come dicono alcuni esperti ma gli assorbenti e i liquami che ho visto certamente non lo sono”. E sull’isola verde – ma non fanno eccezione le altre località costiere oggetto di continue denunce del Wwf come per le scie di schiume varie a Sorrento ¬ – non manca niente, nemmeno problemi a terra. I carabinieri hanno denunciato il rappresentante di una società per la raccolta di rifiuti sull’isola per l’assenza dell’iscrizione all’albo delle società di gestione e delle autorizzazioni igienico sanitarie ed amministrative attestanti i requisiti di sicurezza del sito, sequestrando l’area di via arenella riempita di amianto, eternit e altri “rifiuti pericolosi e nocivi per la salute pubblica e dei lavoratori dipendenti della citata società”.
fonte: Balneabilità taroccata, 14 avvisi a funzionari e tecnici dell’Arpac – Corriere del Mezzogiorno.