IL regolamento Mediterraneo che limita le specie pescabili sta suscitando proteste in tutta l’Italia da parte dei pescatori. In particolare, a Venezia e’ in corso una manifestazione trasversale di tutte le organizzazioni della pesca, cui partecipano circa mille pescatori. In Emilia Romagna protesta a scacchiera. Tra Lazio e Campania lo strascico non e’ uscito in mare. Manifestazione di protesta a Salerno. In Puglia, Sicilia e Calabria stato di agitazione.
Il Regolamento Mediterraneo prevede maglie più larghe per le reti e un ampliamento della zona interdetta alla pesca. Il tutto per proteggere gli organismi marini più piccoli che, tra l’altro, sono di nutrimento per altre specie. Non si mangeranno piu’ seppie, calamari e gamberi? Non e’ cosi’: invece che in formato mignon saranno un po’ piu’ grandi. Niente piu’ seppie, calamaretti e telline nelle tavole degli italiani che potranno dire addio anche a rossetti, bianchetti e latterini, frittura di paranza per eccellenza dalla Liguria alla Calabria. Tutto questo a partire da martedi’ 1 giugno con l’entrata in vigore del Regolamento Mediterraneo. La Commissione europea, infatti, detta nuove regole per la pesca nel Mediterraneo, con maglie piu’ larghe che rendono impossibile, ad esempio, la cattura dei calamaretti e dei rossetti essendo molto piccoli, e nuove distanze dalla costa a non meno di 1,5 miglia per le reti gettate sotto costa, che diventano 0,3 per le draghe usate per la cattura dei bivalvi, come telline e cannolicchi che vivono e si riproducono a pochi metri dalla costa. Prelibatezze che godono di una solida tradizione gastronomica italiana ma che si scontrano con l’obiettivo dichiarato dell’Ue di tutelare le specie a rischio e il nutrimento dei pesci adulti, imponendo quindi limiti a metodi e confini dei territori di pesca.