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L'ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali diffida il sindaco Iannuzzi

Questa mattina 11 febbraio 2010 l’ENPA, ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI ha diramato un comunicato stampa informando di aver diffidato il sindaco di Monte di Procida per l’ordinanza contro la somministrazione di cibo a cani e gatti randagi. Di seguito il testo del comunicato:

L’Ente Nazionale Protezione Animali ha inviato al Sindaco di Monte di Procida (Napoli) una diffida con la quale chiede il ritiro dell’ordinanza “anti-randagi” che punisce con una sanzione pecuniaria (da 100 a 600 euro) i cittadini scoperti a sfamare – negli spazi pubblici – cani, gatti e colombi.

Ci risiamo. Ancora una volta dobbiamo intervenire contro un Sindaco che, vestendo l’abito da sceriffo, vuole trasformare in un atto di pietà in comportamento illecito. Non è la prima volta che ciò accade – casi simili si sono verificati in passato a Brindisi, Campobasso e nel Foggiano – anche se, francamente, avremmo sperato di non dover più affrontare situazioni del genere”, dichiara l’Enpa, commentando il provvedimento del Sindaco di Monte di Procida.

Un conto – prosegue la Protezione Animali – è il rispetto le regole di civile convivenza, un altro è l’imposizione di regole astruse e crudeli. Se il Sindaco intendeva preservare la pulizia e l’igiene degli spazi pubblici era sufficiente chiedere ai cittadini di rimuovere il cibo e i relativi contenitori dopo aver nutrito i randagi, e non sanzionare tout court un gesto sensibilità”.

Con l’occasione l’Enpa ricorda al primo cittadino di Monte di Procida che, secondo quanto previsto dalla legge dello Stato, la responsabilità dei “trovatelli” ricade proprio sui Sindaci e non sui cittadini, i quali, di fronte alle inadempienze della amministrazioni locali sono spesso costretti a esercitare una funzione vicaria.

“Oltre al danno la beffa – conclude l’Enpa -: i cittadini di Monte di Procida rischiano di essere puniti per aver supplito a una grave carenza e di pagare due volte il prezzo dell’inerzia dimostrata dall’amministrazione comunale. A nostro avviso, il provvedimento può configurare l’ipotesi del reato di maltrattamento; ci riserviamo pertanto di ricorrere all’autorità giudiziaria, qualora il Sindaco dovesse insistere con i suoi assurdi propositi punitivi”.  (11 febbraio)

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