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Bacoli: il lago Miseno torna balneabile, La piscina mirabile…

Il lago Miseno torna balneabile dopo decenni

Interventi di risanamento alle foci per il ricambio d’acqua

Dopo decenni il Lago Miseno, nel comune di Bacoli, torna ad essere balneabile, grazie a una serie di interventi di risanamento. Completamente privo d’ossigeno per l’assenza di ricambio dell’acqua, il lago per anni aveva subito anche gli scoli fognari e era ormai privo di ogni forma di vita, ad eccezione delle alghe. Gli interventi hanno riguardato in particolare il canale di alimentazione e la protezione della foce Miliscola.

fonte: ansa


La Piscina Mirabile e le chiavi di Donna Filomena

La polemica scatenata da Carlo Verdone a proposito della inaccessibilità della Piscina Mirabile di Miseno ha incuriosito noi di napoli.com ad un mese di distanza dal battibecco tra l’attore e la Sovrintendenza ai beni archeologici di Napoli e Caserta, nulla è cambiato.

Chi ha desiderio, infatti, di visitare quella magnificenza di opera ingegneristica costruita dai romani, rappresentata dalla Piscina Mirabile, deve essere a conoscenza di un fatto molto particolare che si trova solo nel nostro Sud e non ha riscontri in nessun altra parte del mondo. E che, giustamente Verdone, turista per caso, non poteva minimamente immaginare, tanto che è tornato a Roma “a bocca asciutta”, senza aver potuto ammirare l’antico impianto… La zona archeologica tra Misero e Bacoli è chiusa con un catenaccio (anzi due) e le chiavi sono in possesso di donna Filomena, un’anziana signora costretta alla sedia a rotelle che abita poco distante.

Questo non sarebbe forse un problema per il visitatore se la notizia fosse in qualche modo segnalata… e invece non c’è traccia di informazione a proposito. Se si è fortunati si può incontrare qualcuno che sappia, come un gentile contadino al di là dello steccato che delimita la sua campagna e che ci dice non solo di bussare al numero nove della stessa stradina, ma che poi occorrerà in qualche modo “ripagare” Donna Filomena dello “scomodo”… Andiamo. Donna Filomena effettivamente esiste, ma non può più percorrere il breve tratto che separa la sua abitazione dall’ingresso della Piscina. In nostro aiuto corre la figlia Giovanna che, come per volontà divina, ha ereditato dalla madre le chiavi e l’autorità di usarle.

Dopo l’apertura di ben due cancelli con tanto di catenaccio, la discesa nella cisterna avviene attraverso una lunga scala di ferro incredibilmente attrezzata con un modernissimo montascale per disabili (!).

La visione dell’immenso contenitore di acqua potabile – interamente scavato nel tufo e retto da 48 enormi pilastri cruciformi a formare ben cinque navate, alte anche 15 metri (come un palazzo di cinque piani!) della capacità di 12.000 metri cubi – ci riempie però di emozione. E ci chiediamo quanti in realtà siano i napoletani che conoscono questa stupenda, antichissima quanto intatta costruzione che costituiva “il serbatoio terminale o, se vogliamo, il capolinea del grandioso acquedotto augusteo che, dalle sorgenti di Serino (AV), situate ad una quota di 330 metri e con un tragitto di 100 chilometri, portava l’acqua a Napoli e nei Campi Flegrei, fino alla quota di otto metri della Piscina (ora a quota 2, causa bradisismi), per poi consentire il rifornimento alle navi ancorate davanti al porto di Baia. La composizione architettonica dà l’idea di un’immensa cattedrale ed è davvero suggestiva grazie anche ad un sistema di illuminazione che dai pozzetti superiori permette ai raggi solari di inondare l’ambiente con un gioco alternato di luci ed ombre.

Ma la Piscina Mirabile non è l’unica “mirabilia” archeologica ben conservata nella zona: a pochi passi c’è un’altra vasca per la raccolta e lo “smaltimento” delle acque potabili.

Seguiamo le frecce, ma più esaustive sono senz’altro le spiegazioni degli abitanti della zona, finalmente anche loro affacciati ai terrazzini, in questa insperata giornata di sole. Le Cento Camerelle, conosciute anche come Carceri di Nerone, un articolato impianto idrico appartenente alla villa di età repubblicana di Ortensio Ortalo, sicuramente tra le più sontuose di Baia. Attualmente le Cento Camerelle non sono visitabili al piano inferiore per la mancanza di luce; si tratta di cunicoli comunicanti scavati nel tufo e non ancora del tutto esplorati con copertura piana e spiovente, che terminano oggi a strapiombo sul mare.

La “grotta” ha rappresentato in tempo di guerra un sicuro ricovero dalle bombe, rivestita com’è da uno spesso strato di cocciopesto, materiale isolante e protettivo. A dirci tutte queste cose e a farci da guida, anche qui è un’anziana signora che abita poco distante dall’ingresso della zona archeologica, Donna Titina, anche lei detentrice delle chiavi di accesso di questi luoghi mitici e – bisogna dirlo – anche un po’ pericolosi sia per l’altezza dei vari livelli che per l’oscurità e il terreno scivoloso.

di Alessandra Giordano

fonte: napoli.com

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