La situazione, giorno dopo giorno, diventa più pesante. A farne le spese è l’area flegrea. Il sindaco di Bacoli minaccia il divieto d’accesso ai non residenti e promette termovalorizzatori fai-da-te. Quello di Pozzuoli fa un ultimo appello al commissario straordinario
Cumuli di immondizia accatastati nelle strade di Pozzuoli e Bacoli. L’epicentro dell’emergenza rifiuti è adesso l’area flegrea dove la situazione diventa di giorno in giorno più pesante. E già si parla del rischio di chiusura delle scuole e dei mercati all’ingrosso. A determinare la nuovo crisi, l’impossibilità di conferire i rifiuti nella discarica di La Crete di Orvieto, che “serve” il territorio di Bacoli, il funzionamento a singhiozzo del sito di Giugliano e la chiusura di quello di Tufino, nei quali viene scaricata l’immondizia proveniente da Pozzuoli. Il sindaco di Bacoli, Antonio Coppola, sostiene senza mezzi termini che il piano regionale, mutuato dal commissariato per l’emergenza rifiuti, «è fallito». Per far fronte a una situazione che si sta aggravando col passare dei giorni, il primo cittadino sta valutando l’adozione di una serie di provvedimenti, dalla chiusura delle scuole a un eventuale divieto di accesso a Bacoli per i non residenti. «Considerata la situazione che si aggrava di giorno in giorno – ha affermato Coppola – credo che i comuni debbano risolvere in proprio il problema rifiuti. Ho allo studio la realizzazione di un piccolo termovalorizzatore da costruire a Bacoli e al Monte di Procida da costruire a Cuma, al confine di Pozzuoli, comunque lontano dagli scavi archeologici e dall’acropoli».
A Pozzuoli tredicimila quintali di rifiuti in strada hanno portato la città flegrea sull’orlo del collasso. Il sindaco, Vincenzo Figliolia, ha scritto al commissario per l’emergenza rifiuti, Catenacci, e alle istituzioni regionali e provinciali per sollecitare interventi. «È un ultimo appello – ha annunciato – a quanti hanno il potere di controllo sulla situazione prima di passare a scelte strategiche con l’avallo della giunta municipale e del consiglio comunale. Non possiamo continuare così. Le scuole vanno chiuse con i mercati all’ingrosso della frutta e del pesce. Le fiere settimanali vanno sospese e la stessa attività del porto non può proseguire in maniera ordinaria». Anche per l’ospedale e il posto di Pronto Soccorso «vanno presi provvedimenti drastici». Perché, spiega il primo cittadino, «non siamo in condizione di assicurare una situazione igienico-sanitaria adeguata e con il caldo incombente i rifiuti cominciano ad appestare pesantemente l’aria della città».
Nei giorni scorsi si sono registrati focolai di protesta soprattutto nelle periferie, Licola, Pisciarelli, Monterusciello, Montagna Spaccata. Fino ad oggi Pozzuoli, che ha una produzione giornaliera di 1.500 quintali di rifiuti, ha avuto la possibilità di scaricarne 1.200, con un disavanzo di 300 quintali che con l’emergenza sono diventati 13.000. Ma le ultime vicissitudini dei giorni scorsi con il sito di Giugliano che funziona a singhiozzo, con il blocco per due giorni dei camion in fila senza scaricare e con Tufino chiuso la situazione appare senza sbocchi. «C’è qualche comune della provincia di Napoli – ha detto il sindaco – che non vive la nostra emergenza. Ad esempio, a Giugliano o a Quarto ho visto che le città sono pulite. Dalle isole i camion dei rifiuti arrivano sotto scorta e hanno la precedenza. Non vorrei che si stessero adottando due misure diverse tra le varie municipalità».
fonte: http://www.lanuovaecologia.it
4 maggio 2004