DA “IL NOTIZIARIO FLEGREO” DI VENERDI 7 MAGGIO 2004
Polemiche per un recente decreto del Ministero delle Finanze che “boccia” tutta la zona, e molte altre, dal punto di vista storico e paesaggistico: il mondo della politica e quello della cultura gridano allo scandalo, l’assessore Di Lello: “Tremonti venga in Campania da turista”
“Comuni che non presentano alcuna specifica caratteristica attrattiva nei confronti dei flussi turistici, non possedendo né particolari beni di interesse storico, culturale, artistico, né elementi di interesse paesaggistico-ambientale, né specifica rilevanza per il turismo di affari. Si tratta, quindi, di quei comuni la cui struttura ricettiva è del tutto assente o comunque irrilevante e che pertanto si possono definire despecializzati in relazione all’industria turistico-alberghiera”.
Così sono stati bollati, tra gli altri, i comuni dei Campi Flegrei, Pozzuoli in primis, da un decreto ministeriale datato 18 marzo, in cui in pratica tutta la “terra del mito”, insieme ad altre “vittime illustri”, come ad esempio Anacapri, è stata “cestinata” con tutto il suo patrimonio di storia, cultura, civiltà, archeologia, comprese le nuove scoperte venute alla luce recentemente e già al centro dell’attenzione dei più quotati studiosi.
Insomma, l’anfiteatro Flavio, l’antro della Sibilla, Cuma e via dicendo, secondo le tabelle dei tecnici del ministro Tremonti, non costituiscono valide attrattive culturali e di conseguenza Pozzuoli, ma anche Quarto, Bacoli e Monte di Procida, vanno relegate nel cosiddetto gruppo 1 individuato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Aree prive di vocazione e-o funzione turistica”.
Secondo i criteri di metodo utilizzati, sono stati presi in esame alcuni parametri, la cui sussistenza ha determinato la classificazione di quattordici “aree territoriali omogenee” dal punto di vista turistico e ricettivo. Precisamente si è considerata, l’offerta ricettiva, l’offerta balneare, la dimensione dei flussi turistici, la vocazione turistico-balneare, la vocazione turistica non balneare, la vocazione culturale.
Ma secondo la commissione di esperti nominata da Tremonti, nessuno di questi parametri era rilevante al punto da inserire Pozzuoli e i Campi Flegrei nel novero delle zone di alto valore culturale: vero è che le strutture ricettive e le infrastrutture sono ancora, troppo spesso, allo stato embrionale, vero è, pure che i problemi della zona sono tanti, di varia e vasta portata, non sempre legati al semplice discorso della ricettività e delle infrastrutture, ma lascia allibiti la disinvoltura con la quale si è liquidata una zona come quella flegrea, come priva di interesse storico, archeologico, ambientale… insomma, qui non c’è niente da vedere, niente da valorizzare…e non c’è nemmeno il presupposto per farlo, e cioè la vocazione turistica, e su questo sarebbe anche interessante chiedersi se, in quale misura e da chi questa sia mai stata stimolata, agevolata, incoraggiata, cosa si sia mai fatto per formare una classe di cittadini pronta ad investire sulla cultura, come e quando si siano incoraggiati gli imprenditori a intraprendere un simile discorso. Chi lo fa, questo discorso è, nella maggior parte dei casi un “autodidatta”, alle prese con un “terreno” ben lontano dall’essere “spianato”, dunque di che “vocazione” si sta parlando? Troppo facile adesso lasciare la “patata bollente” solo nelle mani di alcuni, (degli enti locali, magari)… e per quanto riguarda la vocazione culturale… beh, la mancanza di questo “parametro” si commenta da sé.
Ma i commenti giungono da ogni parte, dagli ambienti amministrativi come da quelli culturali: c’è chi, come il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta spera che ci sia stato un errore prettamente geografico, e che gli esperti del Ministro “non sappiano che la Grotta Azzurra ed altre meraviglie naturali fanno parte del comune di Anacapri” e chi, come l’assessore regionale Marco Di Lello invita Tremonti “a tornare in Campania da turista”.
“Quale abitante e studioso dei Campi Flegrei, la reazione immediata è stata quella di sentirmi profondamente offeso –ha commentato lo storico Raffaele Giamminelli– è vero, sono tanti e grandi i problemi che frenano lo sviluppo della zona: sovraffollamento, caos edilizio-urbanistico, disorganizzazione e scarso controllo della viabilità e dei parcheggi, una condizione di periferia della grande metropoli con evidente flusso migratorio verso l’area flegrea, assenza di cooperazione tra i comuni, strutture di servizio per altre aree, come a Pozzuoli, dove l’approdo per le isole di Procida e Ischia è in pieno centro storico, la mancata pianificazione delle attività del tempo libero… ma l’assurda affermazione che i Campi Flegrei non possiedono “né particolari beni di interesse storico, culturale e artistico, né elementi di interesse paesaggistico-ambientale” equivale ad una bestemmia. Mi sono chiesto –conclude lo studioso puteolano- se della commissione di esperti nominata dal Ministero facesse parte qualcuno della Campania: se c’era doveva essere un emerito incompetente, ignorando grandiosi monumenti e la millenaria storia di Cuma, Miseno, Baia e Puteoli…”.
Sulla stessa linea anche il direttore tecnico del gruppo archeologico Theodor Mommsen di Quarto, Fulvio Uliano che ha, tra l’altro, scritto sulla questione, una missiva al Presidente della Repubblica: “L’autore del decreto – si legge nella nota- tra i comuni del gruppo uno elenca Pozzuoli e altri comuni flegrei, dimostrando chiaramente scarsa conoscenza di geografia, storia, latino, greco, geologia e un’impreparazione culturale unica più che rara. Dimostra di non aver mai aperto un libro di filologia classica, di non conoscere nemmeno Omero, o Cicerone: ogni ulteriore commento è –conclude Uliano- completamente superfluo”.
Fabiana Scotto di Perta