L’Associazione “Costa dei Sogni” presieduta da Annamaria Lubrano Lobianco, e a cui aderiscono altre associazioni di semplici cittadini come “Rinascita Licola” o “Napoli per Cuma” oppure di imprenditori come la FIBA e il SIB e la Confagricoltura è nata nel settembre del 2003 con lo scopo di ottenere il disinquinamento marino del litorale da Cuma al Volturno. Oggi decide di scendere in campo con manifestazioni e progetti per combattere per i cittadini ed insieme ai cittadini, la drammatica situazione dei rifiuti, che sta raggiungendo livelli impressionanti, da vero e proprio disastro ambientale.Un problema allarmante che si ripropone ciclicamente e che nessuno è riuscito ancora a risolvere se non con piccoli palliativi, e a parte qualche caso isolato, come a Monte di Procida, ad esempio, che con la raccolta differenziata è riuscita, per lo meno, ad arginare in parte il problema. Ma i Campi Flegrei e il Giuglianese stanno letteralmente soffocando nei rifiuti e “Costa dei Sogni” decide di dire basta, e lo fa, dopo la pubblica manifestazione con corteo stradale del 15 marzo scorso a Napoli, con un incontro per l’esame della richiesta di posa in opera di condotte sottomarine per lo scarico dei liquami del depuratore. Venerdì 3 aprile, alle 16, a Licola presso il lido “Le Dune” saranno presenti: L’assessore regionale all’ambiente Ugo De Flaviis, il Vescovo di Pozzuoli, i sindaci di Giugliano, Quarto, Pozzuoli, Castelvolturno. Sono stati invitati i sindaci di Qualiano, Villaricca, Bacoli, Monte di Procida e Marano. Il tema sarà: “Il cittadino che non si rassegna: la Provincia deve reagire”.
Introdurrà i lavori il legale di “Costa dei Sogni”, avvocato Gaetano Montefusco, assessore nella giunta quartese che, recentemente, così è intervenuto sull’argomento sul giornale sociale dell’associazione:
<<L’esempio viene dai sindaci di Marano e di Quarto –scrive Montefusco– Troppo spesso chi fa politica non difende i più deboli, anzi li allontana come un fastidio per dedicarsi ai più forti. Questo atteggiamento è stato visibile nella differenza di attenzioni dedicata in questi giorni, per la raccolta dei rifiuti, alla grande città in danno dei comuni della periferia. E’ accaduto così che alcuni sindaci, al di là del colore politico, sono stati costretti a difendere i loro concittadini contro Napoli, minacciando addirittura di marciare con i camion dei rifiuti sulla città. Se Napoli deve essere pulita, devono esserlo anche Giugliano, Quarto e Marano. Questa in sostanza la legittima richiesta dei sindaci di periferia e si sono trovati d’accordo i primi cittadini di ogni colore politico da Mauro Bertini di Rifondazione comunista, sindaco di Marano a Pasquale Salatiello di Forza Italia, sindaco di Quarto. La civiltà industriale produce enormi quantità di rifiuti e, per intercettare i voti dei milioni di persone che vivono in grandi città, la politica pulisce e migliora l’ambiente metropolitano a danno di zone meno abitate, senza alcun rispetto per località storiche come Cuma, senza rispetto per le popolazioni interessate e per la loro salute, senza alcun riguardo per le bellezze naturali e per l’ambiente. Questo è male e contro il male bisogna reagire, senza violenza ma con decisione. La resistenza dei cittadini che si rifiutano di convivere con gli immondezzai è legittima ed è per questo che Scanzano Jonica è riuscita a vincere la sua battaglia evitando l’insediamento sul suo territorio di un deposito di scorie nucleari. E questo esempio di battaglia civile, conclusasi vittoriosamente, ha incendiato gli animi delle popolazioni che dovrebbero vivere vicino alle discariche o ai termovalorizzatori e si è innescato un meccanismo infernale che rende difficile individuare i siti del disagio, i siti, cioè dove sistemare i rifiuti. Purtroppo se le autorità deputate al controllo dei siti di stoccaggio e di trattamento di qualunque tipo di rifiuto non si curano di eliminare i danni prodotti all’ambiente e fanno vivere bambini ed anziani in condizioni assolutamente impossibili, tra miasmi e batteri pericolosi, è assolutamente naturale la protesta di chi dovrebbe vivere nei pressi di una discarica. Il caso di Licola-Varcaturo è il simbolo più evidente dell’indifferenza e dell’incapacità delle autorità ed è sotto gli occhi di tutti. Sul litorale il canale “Abruzzese” sversa da decenni direttamente a mare e senza alcun trattamento, le sue acque luride e nessuno interviene. Le acque del Canale di Quarto e dell’Alveo Camaldoli, vere e proprie fogne a cielo aperto, sempre più spesso non sono deviate, per il cattivo funzionamento degli impianti di deviazione, nel collettore di Cuma e raggiungono il mare carichi dei loro veleni. L’impianto di depurazione di Cuma funziona a singhiozzo ed emana un odore nauseabondo. Nessuno si preoccupa di chi vive e opera in prossimità del depuratore o sulla costa che versa in uno stato pietoso di abbandono e di inquinamento mentre l’aria è diventata irrespirabile per i miasmi. Ma il problema non può riguardare solo quelle migliaia di persone i cui voti non ingolosiscono abbastanza, riguarda tutti. Depurare i golfi di Napoli e di Pozzuoli è un obiettivo apprezzabile ma questo non può accadere semplicemente spostando i liquami altrove. Non si può tollerare oltre che il litorale domitio sia diventato la fogna di Napoli.
Questo è male e contro il male bisogna reagire. Noi, però, non proponiamo solo la protesta ma abbiamo un progetto. Noi riteniamo che oltre a risolvere subito i problemi relativi al cattivo funzionamento del depuratore e degli impianti che vi convogliano le acque, sia necessario riprendere il progetto, già approvato e finanziato, ma mai realizzato, per l’installazione di condotte sottomarine che portino gli scarichi del collettore lontano dalla costa, fino a dove il mare è profondo oltre 50 metri. A tale profondità le correnti non trasportano di nuovo le acque reflue sulla costa e, in più si ottiene il risultato di nutrire il mare. Sì, perché i mari chiusi, come il Mediterraneo, sono oligotrofici, scarsi di idonee sostanze nutritive per il mancato ricambio di acque e i liquami sono un nutrimento se portati alle profondità marine minime di 50 metri. Questo progetto è realizzabile in 3-4 anni se noi lo chiederemo con forza e ci darà di nuovo un mare terso. E’ impossibile? –conclude l’assessore Montefusco– Impossibile è solo una parola pronunziata da chi trova più facile vivere in un mondo che altri trasformano senza di lui. Impossibile è solo un’opinione, non è un dato di fatto. Impossibile non è una regola, è una sfida per chi sa far valere i suoi diritti. Impossibile non è per sempre>>.
Insomma, come dire, meno politica, meno “passerelle” e più fatti anche se, francamente, ci stupisce che a dirlo sia proprio un politico, anche se l’intervento di Montefusco arriva come quello di un semplice cittadino: forse proprio per questo, però, potrebbe essere una sorpresa piacevole… (con qualche riserva, consentitecela).
All’associazione “Costa dei Sogni”, da Cuma al Volturno aderiscono già 850 soci. Persone e associazioni che pensano che non sia un “sogno” cambiare le cose, respirare aria più pulita, passeggiare in strade sgombre dalla spazzatura, fare il bagno in un mare limpido e pulito, non correre rischi per le sostanze nocive depositate clandestinamente magari a pochi metri dalle nostre case, mettendo a rischio la vita e la salute di inconsapevoli cittadini. Persone e associazioni che vogliono mutare il “sogno” in realtà, a prescindere dai colori politici, contro le storture di un sistema che va lentamente a picco, ogni giorno di più.
Fabiana Scotto di Perta