Contro la decisione del sindaco Coppola di reintrodurre il ticket anche quest’anno, scendono in campo i vertici nazionali e regionali di Assoturismo:“Siamo contrari all’introduzione del ticket d’ingresso nella città di Bacoli –si legge in una missiva dai toni durissimi firmata dal vicepresidente nazionale della federazione italiana del turismo Adolfo Masullo e dal segretario regionale Domenico Marzaioli- ed in attesa di riscontro alla lettera aperta indirizzata al sindaco ed a numerosi amministratori regionali, dichiariamo lo stato di agitazione delle categorie e ci riserviamo tutte le iniziative sindacali e legali a tutela degli interessi delle imprese rappresentate e della vasta utenza turistica”.
Nel comunicato, inoltre, si stigmatizza la mancanza di concertazione con le categorie interessate, sottolineando che “la reintroduzione del ticket, durante i fine settimana da giugno ad agosto prossimi è stata decisa con atto unilaterale”.
E gli strali di Assoturismo vanno anche contro “l’incertezza” con cui si aprirà la prossima stagione turistica, non solo per gli operatori che, secondo la federazione e le stime fatte dai balneari stessi, l’estate scorsa hanno registrato un calo di affari tra il 40 ed il 60%, ma anche contro la “mancanza di qualsiasi intervento programmato tendente a migliorare le infrastrutture ed i trasporti e per il disinteresse “dichiarato” verso i turisti giornalieri meno agiati che può contribuire a determinare una situazione intollerabile di crisi in una località balneare che, per bellezze archeologiche ed ambientali, per clima e per qualità delle acque di balneazione dovrebbe segnare ogni giorno il primato delle presenze in Campania”.
Significa, insomma una sorta di accusa di “razzismo turistico” visto che i più poveri potrebbero dover rinunciare a recarsi nelle zone balneari di Bacoli a causa della “gabella” non potendosi nemmeno permettersi una vacanza fuori.
In effetti, se è vero che il turismo mordi e fuggi abbassa, talvolta il livello qualitativo dei servizi offerti (bambini che corrono e danno fastidio, radio a volume altissimo, mamme che rincorrono i pargoli con la forchetta di maccheroni, “accampamenti” di ombrelloni, tende, sdraio portati da casa, rifiuti gettati nella sabbia e nel mare e via dicendo) è pur vero che tutti hanno diritto a farsi un bagno se non possono permettersi una vacanza vera e propria, così come è vero che questo tipo di turismo rappresenta, almeno per ora, la fonte di maggior guadagno per gli stabilimenti balneari e per i locali, pub ristoranti e quant’altro, che ruotano attorno al bagno di mare per un giorno.
Quindi, poiché la riconversione non si può ottenere in quattro e quattr’otto a colpi di provvedimenti amministrativi ed ordinanze (se e quando verrà emanata), se ci fosse un’adeguata regolamentazione, controlli e norme ad hoc, per disciplinare l’invasione dei “bagnanti per un giorno”, si potrebbe iniziare a far convivere un turismo di qualità con uno più modesto ma regolamentato e discreto. Forse anche per questo, secondo Assoturismo, la decisione di “riesumare” il gabellone, anche solo nei week end, “alimenta un clima di pesante sfiducia verso le istituzioni da parte degli operatori turistici” che, quindi, chiedono a gran voce, anche attraverso le associazioni di categoria, che il sindaco torni sulle sue decisioni o che, per lo meno, si confronti immediatamente con i diretti interessati che dovranno fare i conti col ticket e con il divieto di accesso di moto e motorini.
E c’è anche un’altra questione da considerare: l’anno scorso la decisione del sindaco Antonio Coppola provocò grossissimi problemi anche al confinante comune di Monte di Procida, i cui cittadini si trovarono in pratica a dover essere soggetti al pagamento del ticket per “passare il confine” e ritornare a casa, quindi soggetti ad un provvedimento di un altro comune.
Un conflitto di competenze che, insieme ai problemi di traffico causati dal provvedimento, portarono molto vicini all’“incidente diplomatico” tra i due comuni limitrofi, tra denunce dell’attuale presidente del consiglio Antonino Gnolfo e appelli alla concertazione da parte del sindaco montese Pippo Coppola rimasti, per gran parte, lettera morta.
E quest’anno, dunque, si ricomincia, anche per il più piccolo dei comuni flegrei, “fondo incluso” rispetto al comune di Bacoli, nel senso che per arrivare al Monte bisogna passare per Bacoli, o, per lo meno per alcune zone che saranno soggette alla gabella.
Tra gli operatori, le associazioni di categoria, l’amministrazione montese, e la ben nota intransigenza del sindaco Antonio Coppola, l’unica speranza è che non si ripeta una nuova “guerra estiva” come quella dell’anno scorso…
Fabiana Scotto di Perta