In origine era la palla a cesto. Così era chiamato il basket quando piantò le sue radici sugli scogli di tufo di Monte di Procida…
Si era agli inizi degli anni trenta: appena un paio di decenni prima il Monte era diventato comune autonomo ma la palla a spicchi già rimbalzava sulla piazza principale, appena ribattezzata piazza 27 gennaio in ricordo dell’autonomia da poco raggiunta.
Vi era stata portata da alcuni giovani, molti dei quali allievi dei Salesiani, che durante le vacanze si divertivano a tirare, su campi disegnati per terra col gesso: a loro, se ne sarebbero aggiunti tanti altri, nel corso di oltre mezzo secolo, a formare una delle più “antiche” realtà cestistiche d’Italia.
Tra due canestri di fil di ferro nasce la prima tradizione “ufficiale” della città, e soprattutto una passione settantennale che il comune ha recentemente inteso celebrare con una brochure tutta dedicata al basket montese, ai suoi pionieri, agli affezionati di ieri e di oggi con foto d’epoca e “ritagli” di giornali attraverso cui si rievoca in maniera originale e informale un “amore” che, nel più piccolo dei comuni flegrei, rimane inalterato nonostante sfiori il secolo di “età”.
“Terzo tempo” è il titolo del “breviario” realizzato dall’Assessorato alla Cultura ed allo Sport di Monte di Procida che traccia una storia della pallacanestro dai suoi esordi ad oggi, “immagini e ricordi” di emozioni e delusioni, vittorie e sconfitte mentre, graficamente, un pallone “unisce” le 16 pagine della brochure come un testimone che, palleggiando, passi idealmente di generazione in generazione, dalle prime squadre organizzate del dopoguerra, i cui presidenti e giocatori sono stati premiati nel corso di una suggestiva cerimonia, a quella che la scorsa estate ha conquistato la promozione in serie C2.
Si può dire che non c’è famiglia a Monte di Procida, che non abbia avuto a che fare col basket. C’è chi ha giocato, chi è stato dirigente, chi ha raccolto fondi negli anni per la buona riuscita della squadra in campionato, chi organizzava il tifo, chi si occupava del campo… tutti hanno fatto la loro parte e così la passione sportiva è diventata anche momento di aggregazione ed alternativa sociale in tempi che seppur diversi tra loro, di alternative ne hanno sempre offerte poche.
La festa dello sport è stata l’occasione per riscoprire e far scoprire ai più giovani non solo la pallacanestro, ma anche la valenza positiva degli altri sport in cui quest’anno, tra l’altro, i colori sociali montesi hanno brillato ai più alti livelli ma da questo “pretesto” è nata anche l’idea di “Terzo Tempo… Immagini e ricordi di 70 anni di basket”, una tiratura limitata, una chicca per collezionisti e appassionati, una tradizione di sport in cui si rispecchia la storia stessa della città, che corre parallelamente ad essa e che, insieme ad essa, come conclude il racconto contenuto in questa prima edizione, continua…