Diventa una passeggiata l’itinerario monumentale
fra le tombe degli ufficiali delle «triremi» imperiali…
Diventa un parco la necropoli dell’antica Misenum, scoperta qualche anno fa nel cuore dell’abitato di Cappella. Sarà una passeggiata archeologica limitata ma inedita, perciò di grande suggestione.
Il primo nucleo turistico per inserire l’ambito comunale del Monte di Procida nei programmi dei «grandi attrattori culturali». Colombari splendidi e ben conservati, edifici funerari di pregevole fattura, tombe monumentali salvate per miracolo dall’aggressione del cemento che ha sfigurato gli angoli più belli dei Campi Flegrei.
Dopo la prima fase di scavo e il recupero degli affreschi più interessanti, l’avvio di un progetto di sistemazione urbanistica, finanziato con un fondo di cinquecentomila euro della Regione.
E ieri mattina, nell’aula consiliare del Comune flegreo, la presentazione dell’intervento, che in tempi brevi dovrebbe consentire l’arrivo dei primi visitatori nell’area archeologica delle tombe costruite per regalare la pace eterna a ufficiali e marinai della potente flotta imperiale Miseno.
Con il sindaco, Pippo Coppola, e il presidente del consiglio comunale, Antonino Gnolfo, la direttrice di zona della Soprintendenza Archeologica, Paola Miniero, il coordinatore del settore urbanistico della Regione, Francesco Escalona, i progettisti Jalongo e Catapano. Soltanto il primo passo, certo, sulla strada della riconversione produttiva di una comunità a torto esclusa nel passato dai piani di sviluppo delle grandi centrali turistiche.
«Perchè le risorse storiche non mancano», ha ribadito Gnolfo. «E, soprattutto, non manca la volontà di valorizzare il patrimonio storico, ambientale, culturale del più piccolo Comune flegreo», per dirla con le parole del sindaco Coppola.
Fra qualche mese, se si riuscirà ad allestire sulla passeggiata archeologica un primo impianto di ponteggi provvisori, sarà possibile programmare visite guidate, di scolaresche e gruppi mirati, in diretto collegamento con le linee assicurate dall’Archeobus flegreo, dal metrò del mare (che quest’anno approderà sulle sponde montesi), dai servizi veloci della Sepsa.
«La dimostrazione, tangibile, delle potenzialità di sviluppo legate alla valorizzazione del patrimonio archeologico e storico locale», ha insistito Paola Miniero.
Nello stesso tempo, la scommessa più efficace per contrastare la barbarie degli abusi edilizi e degli scempi territoriali, purtroppo incalzanti nell’area flegrea, dopo la doppia emergenza del terremoto e del bradisismo, dall’inizio dei convulsi anni Ottanta.
Soltanto il primo passo, di svolta. Dai piani territoriali regionali arriverà nuova linfa per completare il progetto di Cappella e programmare il futuro delle attività imperniate sulle risorse turistico-culturali della penisola cumana.
E allora, cooperative e imprese giovanili, «bad and breakfast», accoglienza e ristorazione, ricerca scientifica, informazione ambientale. Motore economico e nuove figure occupazionali, insomma. Il futuro è davvero cominciato.
FRANCO MANCUSI