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Testimonianza di una studente sulle vicende del liceo sociale di MdP

Dal “Il Notiziario” dell’11 Novembre 2003

Se hanno chiamato i Carabinieri per metterci paura, si sbagliano di grosso…
Quello che è accaduto a noi studenti che stavamo protestando è inaudito, è contro ogni forma di libertà, è come essere tornati indietro di decenni“.

A parlare è una delle ragazze, che frequenta il Liceo Sociale a Monte di Procida, e che ha deciso di parlare col nostro giornale, naturalmente mantenendo l’anonimato. Useremo comunque per lei un nome di fantasia.

CHE COSA è SUCCESSO “ANNAROSA”?

eravamo fuori scuola, stavamo protestando, ma con molta tranquillità, d’altronde siamo per lo più ragazze al Sociale e di certo non abbiamo grilli per la testa. Ebbene sono arrivati i carabinieri e hanno preso i nostri nomi: se qualcuno ci ha voluto dare un segnale intimidatorio, si sbaglia di grosso“.

CHI HA CHIAMATO I CARABINIERI?

un professore della scuola, ma quando abbiamo dato i nostri nomi, perchè noi siamo nel giusto non abbiamo commesso atti teppistici e il diritto allo sciopero è ribadito dalla Costituzione, ebbene, dicevo, allora la preside è arrivata con un elenco per verificare se le cose che noi dicevamo corrispondevano alla realtà.Insomma temeva che noi potessimo sbagliare nome e comgnome o indirizzo“.

QUALCUNO, INTIMORITO, HA CERCATO DI NASCONDERSI?

siamo giovani non sciocchi. Perchè avremo dovuto nasconderci, d’altronde questo non è un filone, ma una protesta legittima di cui sono a conoscenza anche i nostri genitori.Pensi però che c’è stata una ragazza che, dopo aver dato nome e cognome, ha detto pure il suo indirizzo e poichè lo stradario è cambiato la via del suo domicilio risultava diversa da quella segnata, ebbene la preside si è alterata, ha detto che la ragazza mentiva, mentre non era neanche così. Io non capisco come si possa avere questi ese,mpiu dal corpo docente. Noi non siamo contro le regole, noi rispettiamo le leggi, vogliamo solo sicurezza: è reato?“.

PRIMA DI SCIOPERARE, AVETE MAI AVVISATO LA PRESIDE DI CIO’ CHE ACCADEVA?

certo: ci sono decine di lettere protocollate in segreteria che non possono scomparire. Lei ci ha risposto sempre che avete altro a cui pensare. Io credo che non sappia ascoltare invece dovrebbe farlo perchè è dalla scuola, dai docenti che noi ragazzi prendiamo esempio. La civiltà, il senso civico, la giustizia, i diritti, devono insegnarceli anche loro, non solo i nostri genitori. Mia madre mi racconta dei ruggenti anni settanta, delle rivoluzioni studentesche, della repressione delle forze dell’ordine: oggi non è così, perchè dovremo intimidirci se i carabinieri ci chiedono l’identità, se la struttura non ha subito alcun danno, se neanche c’entrimo dentro….Ma soprattutto perchè la preside e i professori li chiamno irritati? La scuola è un diritto, ma nella sicurezza. Noi vogliamo questo e abbiamo al nostro fianco tutti i genitori. Se ne è accorta la preside???“.

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